Eccoci al secondo appuntamento dedicato agli anniversari della Resistenza e della Liberazione! Attraverso queste righe vorrei far scoprire, mese dopo mese, le vite di donne e uomini legati ai nostri quartieri, che hanno sacrificato la propria vita per un’Europa libera dal nazifascismo. Le loro biografie sono state oggetto di un’accurata indagine storica contenuta in un volume uscito lo scorso mese e intitolato “Resistenza e Liberazione tra città e campagna a Ovest di Milano” pubblicato dall’ANPI. Con l’augurio di far scoprire e magari far appassionare lettrici e lettori a questa immensa storia, ho proposto a Il diciotto di pubblicare questo appuntamento mensile in cui ripercorrere quelle biografie, seguendo il filo degli anniversari, a ottant’anni di distanza, fino all’appuntamento di aprile 2025.
Nel maggio 1944 tutto sembra favorevole alle forze partigiane, non ancora strutturate in ordinate formazioni come lo saranno nell’ultima fase della guerra. Gli organici clandestini, complici le minacciose chiamate alle armi della RSI, raccolgono sempre più consenso e passano dalle 25/30mila unità di marzo, alle 40/50mila unità di giugno. La liberazione di Roma e il successo dello sbarco in Normandia, avvenuti a pochi giorni di distanza tra il 4 e il 6 giugno 1944 sono accompagnati da un tumultuoso afflusso di giovani tra le valli alpine e dell’appennino padano. Si annuncia un’estate carica di interessanti prospettive. La creazione di un vero esercito partigiano sembra finalmente a portata di mano e sull’onda del nuovo slancio unitario, il 9 giugno 1944, si giunge alla creazione del Comando generale del Corpo dei Volontari della Libertà (CVL) con sede a Milano, con il comando paritetico di Longo (comunisti) e Parri (azionisti).
In questo clima la Resistenza urbana fa registrare il primo caduto sul suolo del Municipio 7. La sua è un’avventura di spionaggio in piena regola! TAVERNARI Sergio è un ventenne bolognese di buona famiglia laureando in giurisprudenza. Grazie alla sua partecipazione volontaria alla Legione universitaria della Milizia Fascista ha fatto carriera come ufficiale, ma con l’Armistizio del 1943 e la conseguenza occupazione tedesca decide di mettere il suo ingegno a disposizione della causa della Resistenza. Fugge così nell’Italia del Sud sotto il controllo Alleato ed è inquadrato nei Servizi Segreti americani. Dopo un rapido addestramento, rientra via mare dalla Toscana nell’Italia sotto il controllo nazifascista e da qui si reca a Milano dove si incontra con Piccinini Gastone un telegrafista esperto. Le formazioni Giustizia e Liberà di Parri gli forniscono un alloggio in un condominio nei pressi di piazza Wagner e qui predispongono tutta l’attrezzatura tecnica per trasmettere informazioni tra i Comandi Partigiani locali e gli Alleati: si tratta di un Ponte Radio clandestino, che sarà attivo per alcuni mesi. Il 20 maggio 1944 un reparto tedesco, forse avvisato da qualche vicino, fa irruzione nel loro appartamento. Dopo aver distrutto le apparecchiature e ingaggiato uno scontro a fuoco con gli occupanti fin sul tetto dell’edificio di cinque piani di via Pier Capponi si gettano nel vuoto al grido di “Viva l’Italia”. Tavernari muore sul colpo mentre Piccicinini avrà la spina dorsale frantumata per il resto della vita.
Giugno è sicuramente il mese in cui ricordare quanto accaduto a un centinaio di chilometri da Milano, tra il Lago Maggiore e l’Ossola, dove trovano riparo giovani sbandati, renitenti, studenti e operai costretti ad allontanarsi dalla città e dove si incrociano le biografie di TRE caduti del nostro territorio. Primo di questi è CASSANI Bruno, impiegato alla Filotecnica Salmoiraghi e abitante alle Case Minime di via delle Forze Armate 177. Educato agli ideali socialisti dal padre è già attivo nell’antifascismo ma quando nell’ambito degli scioperi del marzo 1944 viene avvisato di essere a rischio di trasferimento in Germania lascia la fabbrica e la famiglia per riparare tra i monti dell’Alto Verbano dove si aggrega alla Brigata autonoma “Cesare Battisti”. A inizio giugno, mentre i tedeschi subiscono sconfitte in tutta Europa, la repressione qui è feroce e diverse divisioni nazifasciste accerchiano la Val Grande e iniziano massicci rastrellamenti. Cassani viene trucidato il 16 giugno 1944 in comune di Premeno mentre ripara dalle alture del Verbano alla Valle Intrasca, sul sentiero Luera-Esio. È il primo caduto della Resistenza di Baggio e a lui è dedicata la locale sezione dell’ANPI.
Le altre due biografie intrecciate di cui abbiamo accennato sono quelle di TRONCONI Michele, operaio lodigiano abitante in via Albertinelli (zona San Siro) e ZACCARIA Giampietro, studente milanese abitante in via California (zona Solari). Per ragioni differenti (già compromesso il primo, renitente il secondo) all’inizio della primavera 1944 sono entrambi costretti ad allontanarsi dalla città, dove il rischio di essere arrestati è sempre più alto. Entrambi si dirigono tra i monti dell’Ossola e sono inquadrati nella formazione autonoma “Valdossola” ma a metà giugno finiscono per essere arrestati dai tedeschi nel massiccio rastrellamento che ha colpito anche CASSANI. A questo punto le formazioni partigiane, per cercare di avere prigionieri da scambiare, una complessa azione da cui si origina uno scontro a fuoco in cui restano uccisi un capitano delle SS e un maggiore della GNR. Così, per ritorsione, Tronconi e Zaccaria sono prelevati insieme ad altri quindi partigiani e fucilati il 21 giugno 1944 sul lungolago di Baveno. Vi aspettiamo sul prossimo numero per proseguire questa narrazione sul filo degli anniversari!