Il 25 aprile è un mercoledì e a Milano splende il sole: è una calda giornata di primavera. Alle otto del mattino, presso il collegio dei Salesiani di via Copernico è convocata la riunione del CLNAI e del Comitato Insurrezionale. Sono presenti Pertini, Valiani, Sereni, Pizzoni (presidente del CLNAI, sostituito quella mattina da Rodolfo Morandi), Arpesani, Merzagora e Marazza. Con loro c’è anche l’agente britannico Max Salvadori, in collegamento con gli Alleati il cui esercito si trova ora tra Reggio Emilia, Parma e Mantova. Da qui, alle otto del mattino del 25 aprile si ribadisce la capitolazione delle forze fasciste, la consegna di Mussolini e degli altri gerarchi; vengono quindi approvati gli articoli del decreto di assunzione dei poteri civili e militari in nome del popolo italiano e quale delegato del Governo italiano: la Repubblica Sociale Italiana è finita in quell’istante. Il Comando generale del CVL e il Comando Piazza dirigono le operazioni militari dal convento delle suore della Riparazione, in corso Magenta. Sarebbe impossibile esaurire in poche righe la cronaca di questa giornata e di quelle che seguono. Sullo sfondo resta il vano tentativo di Mussolini di negoziazione, attraverso l’intervento dell’arcivescovo Schuster, un incontro concluso senza risultati concreti e con la fuga dell’ormai ex dittatore da una città in fermento.

Milano, 28 aprile 1945. Ingresso a Milano dei partigiani della Brigata Remo Servadei, operante nella Valsesia. Istituto nazionale Ferruccio Parri, fondo CVL.

Tra i caduti del nostro territorio nelle azioni Insurrezionali ricordiamo i fratelli Antonio e Mario Blancato, residenti in corso San Gottardo e inquadrati nella neonata 122a SAP Garibaldi, uccisi entrambi in due distinti scontri a fuoco in via Rembrandt (Antonio) e in via Novara (Mario). Il 26 aprile Eugenio Casiraghi, Luigi Dal Vecchio ed Erminio Gassi, residenti a Trenno e inquadrati nella 44a Matteotti, restano uccisi in uno scontro a fuoco con un’autocolonna di nazifascisti in ritirata all’incrocio tra via Cascina Bellaria e via Novara. Intanto, le vie e le piazze sono tenute sotto tiro da cecchini fascisti nascosti nelle case o sui tetti e proprio un colpo partito da uno di questi in piazza Ghirlandaio uccide Rolando Fornasari, operaio all’Isotta Fraschini, residente in via Tracia e inquadrato nella neonata 122a SAP Garibaldi. Più o meno nelle stesse ore di quel caotico 26 aprile, proprio di fronte alle Case Minime di Baggio di via Delle Forze Armate, si consuma un altro episodio di guerra in cui resta ucciso il vicecomandante della SAP, l’operaio Ernesto Visconti, che lì abitava. Nello scontro a fuoco, scatenato dal fermo di una vettura tedesca, restano feriti altri partigiani, tra cui Angelo Valtorta, comandante della formazione, che con il lancio di una bomba a mano riesce a far saltare in aria l’automobile e i suoi occupanti.

Le azioni si susseguono anche fuori Milano, dove i fascisti si arrendono e i tedeschi si ritirano. Diffusi sono gli episodi di terrorismo ai danni della popolazione o combattimenti ai posti di blocco organizzati dalle formazioni partigiane. Il 25 aprile, in un combattimento ingaggiato contro il comando tedesco di Samarate (VA), cade Gaetano Bottini, abitante in zona Primaticcio e comandante della Divisione Garibaldi “Valle Olona”. A Cambiago (MI), il giorno seguente, resta ucciso Pietro Mussini, abitante in via Abbiati. Anche Felice Maccagni, un informatore in collegamento con le formazioni del lodigiano resta ucciso il 27 aprile nella brutale ritirata tedesca a Zelo Buon Persico (LO). Infine, tra il 28 e il 30 aprile viene assassinato in circostanze misteriose, nell’Isotta Fraschini di Cavaria con Premezzo (VA) l’operaio Marco Perego. Oltre i confini della Lombardia troviamo Giorgio Latis elettrotecnico ebreo, residente nei pressi di piazza Buonarroti: il 26 aprile, di rientro da una missione sotto copertura, nei pressi di Torino, viene fermato a un posto di blocco della GNR e trovato in possesso di mappe, schemi e un’arma viene fucilato sul posto.

Milano, 28 aprile 1945: I garibaldini della Valsesia hanno raggiunto piazza Duomo e Cino Moscatelli, commissario del Raggruppamento Divisioni d’assalto Garibaldi Valsesia-Cusio-Verbano-Ossola ha improvvisato un comizio. Accanto a lui don Sisto Bighiani, commissario politico della 82a Brigata “Osella”, Arrigo Gruppi (Moro), comandante dell’81a Brigata volante “Loss” e Luigi Longo, vicecomandante del CVL e rappresentante del PCI nel CLNAI. Istituto nazionale Ferruccio Parri, fondo CVL.

A ottant’anni da questi eventi, attraverso questi articoli, abbiamo voluto rendere omaggio a chi è caduto, ma anche a chi è sopravvissuto, insomma a chi ha partecipato. L’abbiamo fatto per loro: per Giovanna Beltramini, Giuseppe Dozio, Emma Fighetti, Felice Valtorta, Loris Vegetti… e l’abbiamo fatto pensando all’Europa, per ricordarci cosa può succedere quando ci lasciamo sfuggire le libertà e le tutele democratiche. Questa storia è raccolta in un volume intitolato “Resistenza e Liberazione tra città e campagna a Ovest di Milano” pubblicato lo scorso anno dall’ANPI che ha ottenuto il patrocinio del Municipio 7 di Milano, della Cooperativa Degradi, di Coop Lombardia e di PopHistory ETS. A tutte e a tutti una buona Resistenza quotidiana!