Il 3 marzo 1945 assistiamo a un incontro segretissimo tra i vertici delle SS (Dollmann e Zimmer) e i Servizi Segreti Alleati (Blum). Nell’ambito della più complessa Operazione Sunrise, mentre le forze tedesche nel nord Italia tentano di negoziare una resa separata favorevole, gli Alleati ottengono, come segno di affidabilità, la liberazione di Ferruccio Parri. La Germania è accerchiata: a ovest gli angloamericani hanno raggiunto e attraversato il Reno, a sud l’Esercito jugoslavo prepara l’assalto a Sarajevo, a est l’Armata Rossa sta per conquistare Danzica e assicurarsi il controllo del Baltico. Ottant’anni fa, nonostante la propaganda e le indiscrezioni circa lo sviluppo di una bomba atomica nazista, tutti hanno compreso le sorti del conflitto: la fine del Terzo Reich è prossima.

Si stemperano le repressioni e la popolazione civile cessa di essere oggetto di rastrellamenti. Ad esclusione delle convulse e drammatiche fasi della ritirata dell’esercito tedesco, che lasceranno orrende conseguenze, l’ultima grande rappresaglia della guerra civile si registra all’alba del 9 marzo 1945 a Salussola, vicino a Biella. Qui un distaccamento di 21 partigiani della 109ª Garibaldi sono fucilati dal 115º battaglione “M” di Montebello con il pretesto di uno scambio. Nel nord Italia la crisi del partigianato può dirsi definitivamente risolta, si apre così l’ultima stagione della Resistenza: la popolazione aumenta la fiducia, l’appoggio per il movimento partigiano e per i suoi componenti. Dai 30mila partigiani ancora in armi, dopo i rastrellamenti e la crisi invernale, le adesioni salgono sempre più numerose fino a raggiungere, a marzo, le 100mila unità.

Illustrazione della Battaglia di Remangen dell’8 marzo 1945, con l’attraversamento del Reno la sconfitta della Germania appare inevitabile.

Milano appare sempre più come il fantasma di un passato in via di archiviazione. La città è una grande trincea a cielo aperto nella quale, quasi quotidianamente, si compie un assalto contro le strutture del regime. La prima Giornata della Donna organizzata dall’UDI e celebrata nell’Italia libera vede anche nel nostro territorio comizi volanti nelle fabbriche. Qui le oratrici appartenenti ai GDD e protette dai distaccamenti delle SAP, inneggiano alla libertà e alla necessità dell’unione nella lotta contro il nazifascismo. Un gruppo di donne tappezza Baggio di manifestini murali, mentre nella portineria della Borletti la foto di una partigiana caduta in Valtellina viene esposta da Anna Gentili.

In città, i piani militari del Comando Piazza del CVL, ai comandi del generale Bellocchio, stimano la presenza di 12.500 partigiani che potrebbero supportare l’Insurrezione generale. Nel Settore Magenta che – ricordiamo – comprendeva il territorio dell’attuale Municipio 7, erano attive la 112a SAP Garibaldi (330 unità), la 44a Matteotti (260 unità), due distaccamenti GL (110 unità), la 21a Brigata del Popolo (400 unità condivise con il Settore Ticinese) e svariate piccole formazioni Risorgimento, di ispirazione liberale, per un totale di circa 1.500 unità. Entro la fine di marzo anche il quadro dei CLN rionali si completa, pronto a gestire il potere amministrativo e politico nelle fasi di transizione insurrezionali, ed è probabilmente in questi giorni che si costituisce anche il CLN di Baggio promosso da Chiodini (PCI), Balestri (PSIUP) e Dell’Era (DC).

Nel famigerato sistema concentrazionario tedesco, nel marzo 1945, trovano la morte svariati lavoratori arrestati nel nostro territorio, alcuni coinvolti nelle agitazioni dell’anno precedente. Per brevità ci limitiamo a riportare i loro nomi, rimandando ad altra fonte le loro biografie: Domenico Setti (Ebensee, 6 marzo), Mario Sordini (Flossenbürg, 6 marzo), Emilio Moretti (Ebensee, 7 marzo), Carlo Folci (Mauthausen, 11 marzo), Luigi Mariani (Ebensee, 17 marzo) e Pietro Ghiringhelli (Dachau, 23 marzo). Quello stesso mese sono tre i caduti per la Libertà legati al nostro territorio. Il 2 marzo, in provincia di Imperia, viene catturato e fucilato dalla Wehrmacht il meccanico ventenne Giulio Grassi, residente a Baggio, disertore dell’Esercito Repubblicano unito alla Resistenza. Ezio “Paracqua” Pirovano, ventiduenne residente a San Siro, era fuggito da Milano per raggiungere le formazioni GL in provincia di Torino, è catturato il 9 marzo e fucilato da un reparto tedesco il giorno seguente. Tra i più giovani protagonisti della Resistenza in Italia, il quindicenne Amleto “Matteotti” Livi, residente in piazzale Monte Falterona, cade in combattimento il 28 marzo in provincia di Novara. A lui è stato intitolato il Convitto-Scuola Rinascita di Milano.

Amleto Livi (1929-1945), di San Siro, tra i più giovani partigiani caduti in Italia.

Il 31 marzo, mentre su Crescenzago si abbatte l’ultimo grande bombardamento alleato in città, con 15 vittime, il regime tenta disperatamente un’ultima chiamata alle armi, come dimostra il giuramento di 200 nuove ausiliarie della GNR. Ma la realtà è ormai segnata: lo sciopero generale del 28 marzo ha dato il via a un’ondata di proteste e agitazioni che, nei primi giorni di aprile, si espandono inarrestabili. Con l’insediamento del Comitato Esecutivo Insurrezionale il 29 marzo, composto da Longo (PCI), Pertini (PSIUP) e Valiani (PdA), tutto è pronto per l’Insurrezione e l’imminente Liberazione!