A un anno dall’arresto di Mussoli, il 25 luglio 1944, Abico Albino, Alippi Giovanni, Del Sale Maurizio e Negroni Mario, componenti di un distaccamento partigiano, con sede ad Assiano, dedicato a Carlo Mendel e inquadrato nella Brigata Garibaldi “Valgrande Martire”, sono tra i protagonisti di un’azione dimostrativa a Baggio a cui segue uno scontro a fuoco lungo l’attuale via Rismondo. Per evitare l’arresto decidono di trasferirsi presso il loro Comando, tra i monti del Lago Maggiore. Qui si incontrano con Clapiz Bruno, amico conosciuto durante l’esperienza dei GAP, e con lui, all’inizio della Battaglia per la Liberazione di Firenze, credendo la fine delle ostilità ormai vicina, decidono di rientrare a Milano. Tra le vie del centro città, il 7 agosto 1944, sono protagonisti di un’azione dimostrativa in seguito alla quale Negroni decide di far ritorno tra i monti del Lago Maggiore. Il 26 agosto 1944, viene però assassinato a un posto di blocco a Intra, all’inizio della strada per Premeno (Verbania). Due giorni dopo Abico, Alippi, Clapiz e Del Sale sono arrestati presso la trattoria “Roma” in viale Tibaldi 26, abituale luogo di ritrovo del Gruppo. Condotti nella caserma di via Rovello sono sottoposti ad atroci torture e riportati sul luogo dell’arresto per essere giustiziati dai Legionari della Muti nel tardo pomeriggio. La strage di piazzale Loreto del 10 agosto e la strage di viale Tibaldi del 28 agosto, segnano la straziante stagione della repressione nazifascista contro la popolazione milanese e il partigianato che quell’estate aveva acquistato corpo e vigore.

Cascina Assiano, borgo millenario. Questo luogo è stato testimone e protagonista di vari episodi legati alla Resistenza e della Liberazione. Dalla clandestinità del Gruppo Mendel alla detenzione di Ferida e Valenti.
In quel clima, tra il 10 agosto e il 25 settembre 1944, uno stabile di via Paolo Uccello, Villa Fossati, diviene sede del famigerato Reparto Speciale di Polizia Repubblicana addetto alla repressione antifascista, noto come “Banda Koch”, dal nome del suo comandante Pietro Koch. Tra gli episodi che hanno caratterizzato l’estate nel Settore Magenta di Milano, il 22 agosto 1944, vi è il tentativo di fermo, forse da parte di legionari della Muti, terminato con un inseguimento e una sparatoria in piazzale Baracca, contro Greppi Mario. Studente ventiquattrenne, figlio di Antonio, dirigente socialista e futuro sindaco di Milano, abitante in viale San Michele del Carso e tramite tra la Resistenza ossolana e il Comando delle Brigate Matteotti di Milano.

Fotoritratto di Mario Greppi (1922-1944), assassinato in viale San Michele del Carso, figlio di Antonio primo sindaco della Milano Liberata.
Intanto, nel variegato sistema concentrazionario tedesco, trovano la morte due operai arrestati nel nostro territorio in seguito alle agitazioni di inizio marzo. Sono Barbaglia Angelo, operaio quarantasettenne dell’Alfa Romeo e residente in via Caccialepori, che finisce i suoi giorni il 15 agosto 1944 nel castello di Harteim (centro di sterminio per inabili al lavoro), e Villa Luigi, operaio trentaquattrenne della Breda e residente in via Romolo Gessi, che trova la morte il 7 settembre 1944 nel campo di concentramento e lavoro forzato di Gusen; entrambi sottocampi del più noto campo di Mauthausen, che aveva ramificazioni in tutta l’Austria.
Il 18 agosto 1944 è nato il Comando Piazza Milano, con il compito di coordinare le azioni delle crescenti formazioni Resistenziali. Dall’esperienza delle Brigate Garibaldi, in questo periodo, sono concepite le Squadre di Azione Patriottica (SAP) con i loro distaccamenti. Le SAP sono scuola di addestramento e di partecipazione graduali alla guerriglia per migliaia di volontari che, a differenza dei gappisti e dei partigiani di montagna continuano, finché individuati dal nemico, una vita di apparente normalità in famiglia e sul lavoro, dedicandosi al contempo a un’attività clandestina prevalentemente di propaganda ma capaci anche, da parte delle cosiddette squadre di punta, di eclatanti azioni armate. A ogni SAP viene assegnata una più definita area urbana, con relativa competenza sulla rete clandestina presente nelle fabbriche: alla 112a e alla 113a Brigata SAP saranno assegnati rispettivamente il Settore Magenta e il Settore Ticinese.
L’ondata di arresti e intimidazioni, unita alle minacce delle chiamate alle armi, porta molti giovani ad allontanarsi dalla città ingrossando le file delle organizzazioni Resistenziali delle valli alpine, prealpine e appenniniche attorno a Milano. Ne abbiamo un esempio nella vicenda dell’operaio Calatroni Cesare, residente in zona Primaticcio, arrestato e fuggito, entro la fine della primavera 1944, verso le formazioni GL nell’Oltrepò pavese. A essere indirizzato in quella zona è anche l’operaio della Borletti Clerici Attilio, abitante alla Cooperativa di Quinto Romano, avvisato di essere stato iscritto nelle liste dei lavoratori da inviare in Germania, si nasconde inizialmente a Quinto Romano fino ai grandi rastrellamenti del giugno 1944 quando raggiunge le formazioni Garibaldi di Varzi, nell’Oltrepò Pavese. Calatroni e Clerici, condividono la tragica fine il 20 settembre 1944 nell’esperienza della nascente “zona libera” di Varzi.
