Baggio. Il toponimo con cui è conosciuto il nostro quartiere è tanto misterioso quanto affascinante. Numerosi studiosi nel corso degli ultimi decenni hanno azzardato le più fantasiose interpretazioni per tentare di comprendere l’origine di questo nome. Per quanti sforzi siano stati compiuti l’unica certezza su cui tutti concordano è la mancanza di una fonte in grado di sciogliere questo arcano. Nemmeno le pergamene sulla famiglia “da Baggio”, le cui vicende ci sono note a partire dal dicembre dell’873, ci sono di aiuto.

Eppure di storielle ne circolano tante: la più comune cita un “bada locum”, inteso come luogo di avvistamento, altri parlano di “badia ager”, ovvero di abbazia fortificata e sempre sulla scia della “badia” intesa come abbazia, c’è chi ci aggiunge la parola “gehage” che in longobardo dovrebbe significare bosco, da cui ha avuto probabilmente origine il toponimo Gaggiano.

Per alimentare questo interessante dibattito possiamo ricordare come la parola “badius”, in latino, indichi il color rosso bruno, associabile a quello di un sottobosco. Così come “bagos” dovrebbe significare in celtico, quercia o anche faggio e sempre in quest’ultimo idioma “bagina” dovrebbe corrispondere ad una faggeta.

A questo punto potrebbe essere utile sapere che il “Boscho di Baggio” era una vasta estensione di terreno inserita da Giovanni Clarici in una mappa dell’inizio del ‘600 a riprova di questo, sia nel catasto teresiano (1718/1757) sia in quello lombardo veneto (1854/1887) viene segnalata nel nostro territorio la presenza di boschi economicamente produttivi.

Se così fosse la nostra cara Baggio potrebbe avrebbe radici comuni a quelle di altri luoghi del bel Paese, come il Cimone della Bagozza nelle Alpi Orobiche, la Baganza, un torrente in provincia di Parma, Baginas Vicus, toponimo romano della frazione Villero di Bastia Mondovì, in Provincia di Cuneo e perfino, sempre secondo alcune ipotesi, alla stessa Biella.

Tra tutti il caso più curioso è sicuramente quello di un’altra Baggio e per l’esattezza di Villa di Baggio, in Toscana, una frazione della città di Pistoia, con 207 abitanti, le cui origini documentarie affondano nello stesso periodo storico della nostra Baggio.

Non abbiamo prove certe se sia a causa di questo curioso caso di omonimia che il Consiglio Comunale di Baggio, sotto la Presidenza del Sindaco Giuseppe Gianella, si sia ritrovato il 10 Aprile 1870 con all’ordine del giorno la “Domanda al Ministero per aggiungere al nome Baggio l’appellativo Lombardo”.

Certo è che in un’Italia in corso di unificazione, mancavano infatti pochi mesi alla famosa breccia di Porta Pia, qualcuno doveva aver sentito il bisogno di distinguere chiaramente due luoghi, coesistenti per la prima volta nello stesso stato. La discussione è scarna, o meglio, poco riusciamo ad apprendere dai verbali e sicuramente il dato più curioso è il richiamo che viene fatto alle origini longobarde del nostro borgo. Questa motivazione viene infatti posta alla base della richiesta ed è il motivo, secondo cui sarebbe necessario distinguerlo da altri luoghi di simile nome.

Sorprendentemente il consiglio votò favorevolmente e fu incaricata la Giunta municipale di avviare le necessarie pratiche. Da questo punto in avanti non sappiamo altro. Certo è che il nostro borgo si sia sempre chiamato, semplicemente, Baggio e non ha mai adottato il suffisso “lombardo”.

Ci sono un paio di eccezioni curiose che vogliamo qui sollevare. A cavallo tra gli anni ’70 e ’80 del XIX secolo, con un utilizzo praticamente ufficioso nel 1879, il Comune è stato identificato come Comune di “Baggio e Uniti” a testimonianza dell’annessione dei Comuni di Muggiano e Sellanuova, anche se avvenute dieci anni prima. Andando indietro nel tempo, il catasto teresiano (1718-1757) affidava al nostro comune censuario il nome di: “Baggio con Cassina Meriggia”.

A parte questo, oltre alla frazione di Pistoia, l’unico altro caso di omonimia che siamo stati in grado di rinvenire è quello con la “Contrada da Baggio” presso l’attuale Via Brera a Milano la quale prendeva il nome dalla presenza documentata delle proprietà nobiliari della famiglia da Baggio a cavallo tra il X e il XII secolo, e con questo nome è stata indicata, anche in atti ufficiali, fino alla metà del XIX secolo.

Seppure, come è normale, nel corso dei secoli questo nome abbia avuto una sua naturale evoluzione, non sempre cronologicamente ordinata, saltando infatti da Badaglo, a Badagio, a Bagio, a Badagy, si è, in definitiva, affermata la forma attuale “Baggio” e a questa ora ci siamo affezionati.