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Porzione della mappa dei risi di Giovanni Battista Claricio (copia del 1659 di una mappa del 1600), nella quale si possono vedere gli elementi rurali che caratterizzavano il territorio dell’ovest di Milano quattro secoli fa.

Questo articolo è stato pubblicato sul mensile “il diciotto” di Gennaio 2018.

La piazza d’armi è uno degli ambiti di sviluppo urbano più importanti per il futuro della nostra città. Eppure la piazza d’armi di Milano/Baggio è solo una porzione di una vera e propria cittadella militare più vasta che si è formata ai margini dell’allora comune di Baggio nei primi trent’anni del Novecento. Le altre strutture che oggi compongono il paesaggio militare sono la caserma Santa Barbara, i magazzini di via Olivieri, l’ospedale militare di Milano e ciò che resta dell’officina Leonardo da Vinci dell’ingegner Forlanini in via San Giusto.

Questa premessa era necessaria per apprezzare la complessità del territorio a cui facciamo riferimento in questa plurisecolare storia degli elementi che ancora oggi possiamo osservare. La cittadella militare di cui abbiamo parlato è compresa tra via Novara e via delle Forze Armate, due importanti vie di comunicazione la cui esistenza è testimoniata da millenni. Via Novara, sebbene disposta lungo un tracciato leggermente diverso da quello attuale, era ed è una delle più importanti strade di collegamento da e per la città, già utilizzata in epoca romana (III o IV secolo dopo Cristo). Necessaria per collegare Milano, allora Mediolanum, con le città di Novaria e Vercellae. Via Forze Armate anch’essa tracciata probabilmente in epoca romana è menzionata all’interno degli Statuti delle strade e delle acque del contado di Milano del 1346 quando era chiamata Strada de Bagio.

Territorio

Porzione della carta delle manovre dei dintorni di Milano dell’anno 1878. Questa mappa ci mostra l’area su cui sarebbe sorta la cittadella militare con la presenza di prati, fontanili, cascine e strade.

Dalla metà del XII secolo sappiamo della vicina presenza di una località chiamata Infernum, corrispondente all’odierna cascina Linterno, situata a meno di cinquecento metri in linea d’aria dalla Piazza d’Armi. Un documento del 1154 ci rivela l’identità di uno dei più importanti proprietari di questa porzione della campagna milanese, ovvero i canonici di Sant’Ambrogio Maggiore. Dobbiamo però attendere la prima metà del Trecento per avere la testimonianza della presenza di un altro insediamento umano proprio all’interno di quello spazio urbano oggi identificato come Piazza d’Armi. Si trattava della Cascina Moretto (Moreto), demolita negli anni Trenta del Novecento, ai cui abitanti spettava la manutenzione di una porzione dell’attuale via delle Forze Armate.

Nell’anno 1570 è il grande Carlo Borromeo a transitare da queste parti, tanto che nella relazione del suo viaggio menziona la cascina Moretto e il suo territorio, che era passato dalla pieve di Trenno a quella di Cesano. In questo documento l’arcivescovo compose un preciso elenco di tutte le cascine del territorio: «Barocco, Inferno, Moretto, Sala Nova e La Crea». Qualche secolo dopo, il 10 giugno 1757, un editto di Maria Teresa d’Austria collocava queste cascine e le loro pertinenze all’interno del territorio del comune di Sella Nova. Nel frattempo, tra Sei e Settecento, a nord, lungo la via per Novara, aveva fatto la sua comparsa sulle mappe un’altra piccola cascina chiamata la Toretta. Questa cascina a differenza della Moretta esiste ancora, si trova in via Gabetti, e oggi è gestita da MARE Culturale Urbano.

Alla metà del Settecento l’area, ricca di prati e corsi d’acqua, era ancora interamente agricola e si trovava al confine tra il Comune di Quarto Cagnino (a nord), il Comune di Sella Nuova (a ovest) e il Comune dei Corpi Santi (a sud-est). Nel 1869 i Comuni di Quarto Cagnino e Sella Nuova furono soppressi e uniti rispettivamente al Comune di Trenno e al Comune di Baggio. Infine, nel 1873 anche il Comune dei Corpi Santi fu soppresso e aggregato al Comune di Milano.

Le caratteristiche di questo territorio, tipiche del paesaggio rurale agricolo della bassa pianura lombarda, sono rimaste pressoché invariate fino al piano regolatore edilizio e di ampliamento di Milano redatto degli ingegneri Giovanni Masera e Angelo Pavia del 1910.