Impossibile sarebbe per un marinaio orientarsi nell’oceano senza riferimenti. Similmente nel voler comprendere l’evoluzione storica è necessario individuare alcuni punti cardine. Nello studio delle nostre origini quale migliore stella polare scegliere, sulla base delle fonti scritte, se non il più antico edificio tutt’ora presente a Baggio? Stiamo parlando dell’antica chiesa di Sant’Apollinare.

Edificio tanto antico quanto misterioso. Talmente misterioso che la chiesa di cui parlo non è più nemmeno l’originale poiché tra il 1869 e il 1875 l’antico luogo di culto fu smontato pezzo per pezzo, ampliato e ricostruito. Anzi, per dirla tutta, il Comune di Baggio ne vendette all’asta le colonne, i capitelli, i legnami, la cantoria e quant’altro poteva essere di interesse pur di racimolare qualche soldo per coprire le spese dei lavori. Una vendita di cui non è stata lasciata traccia alcuna, tranne la nota dei fabbricieri da cui ci è stato possibile ricavare quest’informazione. Un’asta di cui non abbiamo l’elenco degli oggetti venduti, l’ammontare dell’incasso e nemmeno la lista degli acquirenti, almeno per tentare di scoprirne l’uso successivo, salvo poi aver fortuitamente recuperato qualche manufatto nei cortili delle cascine del borgo. Per fortuna che la soprintendenza, nella persona di Giovanni Brocca, portò presso il museo patrio di archeologia un’iscrizione su pietra, alcuni capitelli e alcune colonne particolarmente significative, si scoprirà in seguito essere reperti di epoca romana. Persino l’organo, il nonno di quello odierno, presente in questa chiesa almeno dal 1786 fu smontato nel novembre del 1873 e posizionato in un luogo apposito e sicuro, così scrive il sindaco. Peccato che per quindici anni, fino al 16 dicembre 1888, a Baggio non venne più suonata alcuna nota del sacro strumento.

Dobbiamo essere sinceri, non abbiamo elementi certi per raccontare la storia della nascita di questo luogo. Già nel 1874, lo storico Giuseppe Mongeri, mise in crisi la teoria secondo cui la chiesa fu fondata da Anselmo da Baggio, papa Alessandro II nel 1061. Senza entrare troppo nel dettaglio, le analisi effettuate dallo studio restauri Formica ci hanno permesso di datare la probabile edificazione del campanile tra il IX e il X secolo dopo Cristo. Per chi ha tempo di addentrarsi negli scritti settecenteschi del Conte Giulini scoprirà che nell’anno 1004 il monastero di San Vittore era già in disputa con i da Baggio per un villino con annessa basilica nel territorio dove questi ultimi riscuotevano le decime, ovvero la Pieve di Cesano Boscone. E’ vero, non è nominato esplicitamente il nostro quartiere, ma è possibile tentare un collegamento.

Attraverso la forza dei reperti non è esagerato affermare che nel nostro territorio la vita umana fosse già vivace in epoca romana. Nel 313, a Milano, allora capitale dell’impero romano d’occidente, fu sottoscritto da Costantino quel noto editto che legittimò le comunità cristiane già presenti in città da almeno un secolo. Senza andare troppo lontano, grazie ai restauri compiuti alla chiesa parrocchiale di Cesano Boscone nel 1995 è stato possibile far emergere le tracce di una comunità pagana risalente al IV secolo (la stessa epoca a cui risalgono i mattoni del basamento del nostro campanile, l’iscrizione e i capitelli precedentemente citati, recuperati durante l’abbattimento della prima Sant’Apollinare) e le fondamenta di un’antica chiesa collocabile tra il VI e l’VIII secolo.

Se invece cerchiamo la prima testimonianza scritta, certa, di un luogo di culto a Baggio dobbiamo aspettare diversi secoli e più precisamente dobbiamo andare al 22 ottobre 1224 grazie ad un atto del Comune di Milano relativo ad una controversia tra il prevosto di Sant’Ambrogio e Arderico Manii di Moirano, in cui la “ecclesia de Badaglo” è nominata come punto di riferimento. Bene, ora sappiamo che a Baggio esisteva una chiesa, ma per avere la certezza sulla sua dedicazione dobbiamo attendere le scritture di un cappellano, il cui nome era Goffredo da Bussero, il quale entro l’anno 1289 scriverà il suo testo più noto: il liber notitiae sanctorum mediolani. In questo codice la nostra Baggio risulta essere dotata di due luoghi di culto, uno dedicato a Sant’Apollinare dotato di due altari (Santa Maria e San Materno) e l’altro dedicato a Sant’Eusebio. A differenza di quest’ultimo su cui non abbiamo certezze, ma solo ipotesi, la chiesa di Sant’Apollinare è dotata di una propria rendita. Lo scopriamo grazie ad un codice cartaceo risalente al 1398 e intitolato “Notitia Cleri Mediolanesis” sul quale sono segnati i redditi delle singole cappelle e quella di Sant’Apollinare riporta il valore più alto tra tutti i luoghi di culto della pieve di Cesano (mediamente indicati tra le 3 e le 4 lire imperiali), ovvero 10 lire imperiali, pari a circa 4.200 euro in potere d’acquisto al 2010, secondo i dati ISTAT, testimonianza di un’importanza significativa.

Se speriamo di trovare ulteriori notizie o vicende riguardanti la nostra chiesa rischiamo di restare delusi, perché con gli elementi a disposizione, siamo costretti a viaggiare ancora di qualche secolo ed arrivare all’epoca immediatamente successiva al Concilio di Trento, nella Milano di San Carlo Borromeo. L’anno è il 1564 e nel “Liber seminari mediolanensis” troviamo traccia del pagamento che spettava alla “rettoria de Santo Apollinare de Baggio” per la costruzione di quel seminario voluto da Carlo Borromeo, in pieno spirito conciliare. Il monte del pagamento pari a 18 lire imperiali (ancora una volta il valore più alto di tutte le chiese della Pieve di Cesano) spetta a un chierico, Paolo Baggio. Con questo documento e per la prima volta nella storia possiamo associare con certezza un proprietario alla nostra chiesa.

Nell’epoca in cui (1558), i Monaci Umiliati di Santa Maria di Brera e i Monaci Olivetani di Monte Oliveto Maggiore erano in possesso del 61% dei terreni del Comune di Baggio (37% i primi e 24% i secondi) il beneficio della cappella di Sant’Apollinare era pari al 5% dell’estimo ed era amministrato da Paolo Baggio, proprietario di un altro 6% dei terreni del comune. Per capire chi era Paolo Baggio, cosa è successo alla famiglia Baggio prima e dopo la nascita della parrocchia nel 1628, come mai nel 1775 i D’Adda subentrano ai Baggio e perché nel XIX secolo è il Comune a gestire la ricostruzione della chiesa… bisognerà aspettare la prossima parte.