Terzo appuntamento dedicato agli anniversari della Resistenza e della Liberazione. Attraverso questo spazio scopriamo, mese dopo mese, le vite di donne e uomini legati ai nostri quartieri, che hanno sacrificato la propria vita per un’Europa libera dal nazifascismo. Le loro biografie sono state oggetto di un’accurata indagine storica contenuta in un volume pubblicato dall’ANPI ad aprile e intitolato “Resistenza e Liberazione tra città e campagna a Ovest di Milano”.

La cosiddetta “grande estate partigiana” è contraddistinta da una rapida cascata di eventi che seguono la Liberazione di Roma (4 giugno 1944) e lo sbarco in Normandia (6 giugno 1944). Questo è lo spartiacque più importante nella storia del movimento partigiano guidato, fino a quel momento, dal Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI). Il 9 giugno, a Milano, si è costituito il Corpo dei Volontari della Libertà (CVL), ovvero l’organismo di coordinamento militare della Resistenza. Inizialmente sotto il comando paritetico di Longo (comunisti) e di Parri (azionisti), nel mese di agosto gli Alleati paracadutano nel Nord Italia il generale pallanzese Raffaele Cadorna, che ne assume il comando.

Mentre gli Alleati avanzano contro i tedeschi, la Repubblica Sociale Italiana (RSI) fatica a controllare l’intero territorio del Nord e dal 1° luglio 1944 nascono le Brigate Nere, con l’obiettivo di inquadrare militarmente tutti gli iscritti al Partito Fascista Repubblicano (PFR). Nelle crescenti difficoltà dell’apparato nazifascista, anche di fronte all’opinione pubblica, l’estate del 1944 è caratterizzata della maturazione delle cosiddette “zone libere” (erroneamente Repubbliche Partigiane) nell’ottica di un’imminente azione di Liberazione.

Scorrendo l’elenco delle azioni di sabotaggio intraprese nel territorio del Municipio 7 a partire dalla seconda metà di giugno 1944 ci si accorge di come queste acquistino una particolare vivacità. Proprio in questo periodo, infatti, tra Figino, Pero e Rho sono distrutti chilometri di filo telefonico. Il 25 giugno 1944 viene minato un binario ferroviario tra Musocco e Rho. Lo stesso giorno si registra anche un attacco ai danni di legionari della “Muti” tra Quinto Romano e Baggio, presenti in quel territorio probabilmente per assicurarsi la consegna delle derrate di grano.

Effetto immediato di queste azioni è l’inasprimento della repressione nazifascista, in particolare, di quella fascista, intenzionata a dimostrare all’alleato teutonico di avere ancora controllo sulla città. La notte tra il 26 e il 27 giugno 1944 la Legione “Muti” e la Brigata “Resega” collaborano in un rastrellamento su vasta scala (tra Quinto Romano e Settimo Milanese). In questo episodio il partigiano, Carati Rinaldo, abitante nelle case della Cooperativa di Quinto Romano e qui nascosto, è costretto alla fuga ma, catturato nelle campagne, è fucilato in piazza Giosia Monti all’alba. Poche ore dopo a Settimo Milanese i fascisti uccidono altri tre partigiani in piazza Santa Margherita, attuale piazza dei tre Martiri.

Appena quindici giorni dopo, presso Carpi, in provincia di Modena, si consuma quello che è stato definito “l’atto più efferato commesso dalle SS nell’Italia occupata su persone internate in un campo di concentramento”. Con il fronte Alleato ormai giunto oltre Perugia i tedeschi, con il pretesto di una rappresaglia, decidono di liquidare il campo di concentramento e internamento di Fossoli. Tra le 67 vittime di quel 12 luglio 1944 ve ne sono ben cinque legati al Municipio 7, erano stati arrestati per varie ragioni tra l’inverno e la primavera, i loro nomi sono Brenna Ferdinando, Manzi Antonio, Pasut Arturo, Pozzoli Mario e Vercesi Galileo, quest’ultimo riesce a scrivere un’ultima lettera alla moglie: “[…] siamo stati ora avvisati che domani mattina un gruppo di noi abbandonerà Fossoli. Non conosco la nostra destinazione ma sembra sia vicina perché ci daranno solo pochissimi viveri […]”.

Nello stesso mese si registrano due episodi, i cui tratti restano ancora nell’ombra. Il 22 luglio 1944, presso le ex Case Minime di via delle Forze Armate, un certo Leoni Luigi, forse uno sbandato qui nascosto, viene assassinato da un reparto nazifascista rimasto sconosciuto. Senza identità resta anche il reparto che il 30 luglio, in viale Papiniano ingaggia un combattimento contro Boriani Fausto, un partigiano inquadrato nel nascente sappismo urbano, di cui parleremo nel prossimo numero.

Il 10 agosto 1944, mentre a Firenze imperversa la Battaglia per la Liberazione, a Milano, in piazzale Loreto, si consuma la strage più consistente, per numero di vittime, di tutta l’area metropolitana di Milano (quarta dell’intera Lombardia). Immotivata rappresaglia per un attentato compiuto l’8 agosto contro un autocarro tedesco parcheggiato in viale Abruzzi (6 vittime civili, ma nessuna vittima militare). Uno dei quindici caduti è legato al nostro territorio: si tratta di Poletti Angelo, operaio antifascista dell’Isotta Fraschini e residente in zona Lampugnano, tra gli organizzatori del primo nucleo di quella che diventerà la 44ª Brigata Matteotti (attiva lungo tutto l’asse di via Novara, tra la Fiera e Pero). Vi aspettiamo sul prossimo numero per proseguire questa entusiasmante narrazione sul filo degli anniversari!